martedì 9 luglio 2013

Gp Germania: il pagellone


422race.com

Eccoci di nuovo assieme, come promesso. Puntuali come orologi (insomma), siamo pronti a ritornare sul Gran Premio di Germania, andato in scena ieri sullo storico circuito del Nurburgring. Gara movimentata ed appassionante, incerta fino all’ultima curva, ma non priva di spunti polemici. Tanti i protagonisti: un superbo Vettel, un consistente Kimi Raikkonen ed un sorprendente Romain Grosjean su tutti, ma non ci dimentichiamo certo dei piloti delle cosiddette “scuderie di seconda fascia”. Ma ora bando alle ciance: e' arrivato il tempo del pagellone!



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Sebastian Vettel: voto 10













La faccia del fenomeno di Kerpen al termine delle qualifiche vale piu' di mille parole. Vettel è scuro in volto, deluso, privato della gioia di una pole position conquistata davanti alla sua gente. Innumerevoli pensieri viaggiano per la testa del tre volte campione del mondo: partire dal lato sporco della pista, affrontare questa Mercedes imprevedibile, guardarsi dalla rimonta Ferrari e Lotus, il tabu' da sfatare...sono tante le cose potrebbero andare storte nel Gran Premio di casa, mai vinto prima d'ora. Ma Vettel alle provocazioni, risponde in pista, e lo fa nel migliore dei modi. Il semaforo verde è come una molla per il 26enne tedesco, incurante del poco grip offerto dal lato destro della carreggiata. Pochi metri e Sebastian Vettel si ritrova primo, da solo al comando nella sua terra, un'occasione da non perdere per nessun motivo al mondo. Il ritmo è quello di sempre, martellante, ma il trenino di Webber-Hamilton e Raikkonen non accenna a perdere terreno. Qualcosa non va, bisogna anticipare la sosta. All'uscita non trova Raikkonen, Hamilton o Webber ad aspettarlo, ma Romain Grosjean. Dapprima lontana, la sagoma del francese si ingigantisce sempre piu' negli specchietti. Chi lo avrebbe detto? Perdere in casa a favore di un outsider. Ma il pensiero della sconfitta non sfiora nemmeno per un istante il pilota Red Bull, lucido nel riguadagnare terreno al rientro della safety car. Nessuna sbavatura, nessuna imperfezione, assoluta maestria. Gli ultimi dieci giri di gara sono una gioiosa sofferenza per Sebastian Vettel, sempre piu' vicino all'agognata vittoria. L'ultimo ostacolo prende le finniche fattezze di Kimi Raikkonen, in grande rimonta con gomme fresche. La pressione è enorme, il margine di errore è pari a zero. Ultima curva, Raikkonen perde trazione in uscita, Vettel esce veloce, sicuro. La bandiera a scacchi di fronte a lui, le braccia alzate al cielo, il boato della folla. Il Gran Premio di Germania è suo. 
Un successo dal sapore speciale proprio perchè sudato fino all'ultimo, conquistato a suon di costanza e precisione di guida. Una nuova dimostrazione di forza e solidita', ed una pronta reazione alla grande delusione di Silverstone.
Sebastian Vettel è sempre piu' lanciato verso il quarto titolo iridato. Chi lo può fermare?
PERFETTEL


Kimi Raikkonen: voto 9














Può anche succedere il finimondo ma lui, alla fine della fiera, è sempre lì a giocarsi il bottino piu' pregiato. Zitto zitto, il biondo finnico conquista una buona quarta posizione in qualifica, non lontano dai fantascientifici riferimenti imposti da Hamilton e Vettel. La partenza è regolare, senza scossoni: Raikkonen si getta all'inseguimento di Lewis Hamilton, tirandosi dietro il compagno Grosjean, apparso in gran forma sin dalle primissime curve. I due continuano in tandem l'inseguimento al podio fino alla prima sosta, quando Kimi preferisce rientrare mentre Romain prosegue, differenziando la strategia. All'uscita dei box Raikkonen scalpita, ma si trova imbottigliato nel traffico delle due Mercedes di Hamilton e Rosberg, in crisi di gomme. Il tempo perso dietro le frecce d'argento favorisce il sorpasso di Romain Grosjean, lanciato all'inseguimento del solitario Sebastian Vettel. Seccato dal rallentamento Mercedes, Kimi si sveglia e si sbarazza all'esterno di Lewis Hamilton, gettandosi a capofitto nella rincorsa al compagno di squadra. L'intervento della safety car agevola il rientro del campione del mondo 2007 , ora decisamente piu' in palla del buon Grosjean, che rientra ai box assieme al leader Vettel. Che dilemma! Finire la gara con gomme medie o provare l'attacco con le soft? Alla fine vince la seconda, e gli ultimi giri di Kimi Raikkonen sono al cardiopalma. Sbarazzatosi del compagno di casacca con il piu' classico dei team order, il finlandese tenta l'impossibile rimonta ai danni dell'idolo di casa, Vettel. Due secondi separano i due contendenti a quattro giri dalla fine, ma il tempo stringe e le gomme soft calano sempre piu'. Un secondo e mezzo, un secondo e due, un secondo, inizia l'ultimo giro. Per questione di millesimi manca la prima zona DRS, cosa che gli avrebbe potuto fornire un consistente vantaggio per l'attacco finale alla seconda zona, opposta al rettilineo principale. Niente da fare! Sebastian Vettel non sbaglia un colpo e taglia il traguardo pochi metri davanti alla nera Lotus. Vittoria sfumata in extremis, ma la consapevolezza di potersela ancora giocare alla pari con lo squadrone Red Bull in queste condizioni di pista e temperatura. Certo, se solo ci fosse stato..
UN GIRO IN PIU'



Romain Grosjean: voto 9
















Hai capito Romain! Grandissima prestazione del secondo pilota Lotus, da sempre al centro di scroscianti polemiche per le sconsiderate condotte di gara cui ci aveva abituato in passato. Contratto a tempo in scadenza, la stampa francese che ti volta le spalle, tutto stava crollando attorno al pilota ginevrino, sempre piu' a rischio esonero dopo una prima parte di stagione oggettivamente deludente. E invece al Nurburgring abbiamo riscoperto un Romain Grosjean al top: pulito, deciso, brillante ma soprattutto, velocissimo. Appiccicato alle code del compagno di squadra in qualifica, se ne vuole addirittura liberare al piu' presto nelle fasi iniziali di gara, tuonando alla radio: "Sono piu' veloce di Kimi!". E in effetti, i primi due stint del pilota transalpino sono semplicemente eccezionali. Riesce a sfruttare come nessun altro le gomme a mescola morbida, mantenendo un ritmo indiavolato mentre i diretti avversari faticavano a trovare il grip. Dopo la prima sosta si ritrova a quattro secondi da Sebastian Vettel, primo degli alfieri Lotus, ma non c'è limite alla furia di Romain. Vuole prendersi la vittoria, scacciando i demoni del passato una volte per tutte. L'ingegnere lo sprona, ma non ce n'è bisogno, il distacco dalla vetta cala progressivamente un giro dopo l'altro, e Vettel comincia a guardare nervosamente negli specchietti. Grosjean piomba come una furia negli scarichi del tre volte campione del mondo, pronto all'attacco. I due proseguono senza sosta, senza sbavature, appiccicati per una decina di giri. Il francese attiva il DRS, prova l'attacco ma la grande trazione Red Bull ha la meglio in uscita curva. L'entrata della safety car favorisce il ritorno del compagno Raikkonen, precedentemente imbottigliato nel traffico. Nella seconda parte di gara il finlandese ha qualcosina in piu' per poter sperare nella vittoria, e Grosjean si vede così costretto a virare su una strategia piu' difensiva, su gomme medie, imitato poco dopo da Sebastian Vettel. I due si ritrovano nuovamente appaiati all'uscita box, ma questa volta il tre volte campione del mondo fa la differenza, scappando davanti agli occhi del ginevrino. Svanito il sogno della vittoria e la consolazione del secondo posto, ceduto giustamente in favore del compagno di team ancora in lizza per il titolo, a Grosjean non resta altro che difendersi dagli attacchi dello scatenato Alonso, tenuto a bada senza troppi patemi. Gara impeccabile e podio strameritato, la vera sorpresa di giornata. Speriamo non rimanga un caso isolato.
CHAPEAU 



Fernando Alonso: voto 7 ; Felipe Massa: voto 3














L'illusione dura solo dodici giri. Il tempo di rendersi conto che le gomme medie, le mescole dell'azzardo del sabato, non avrebbero in nessuna maniera consentito a Fernando Alonso di coprire la ventina di giri pronosticata alla vigilia. I problemi iniziano in partenza, con l'asturiano che rimane imbottigliato alle spalle della Toro Rosso di Ricciardo (rischiando un contatto, per giunta), mentre davanti Lotus e Red Bull cominciano a prendere il largo. Una rapida occhiata ai tempi, e ci si rende subito conto che qualcosa non funziona nel verso giusto: le soft degli avversari non calano come dovrebbero, mentre le medie di Alonso non migliorano come sperato. Al contrario, dal nono giro in avanti cominciano a perdere prestazione, costringendo ad abbandonare il "piano a" della strategia a due soste. Mentre Felipe Massa dava spettacolo, girandosi per conto suo alla staccata della prima curva (inevitabile il votaccio), Alonso ritrovava il feeling giusto con il secondo set di gomme medie, riavvicinando la Lotus di Kimi Raikkonen, bloccata nel traffico di Lewis Hamilton, che si rivelerà poi osso durissimo per il pilota ferrari. La safety car da però modo al coriaceo asturiano di giocarsi le ultime carte nell'ultima fermata ai box, montando gomme fresche per tentare l'assalto al podio. E a dieci giri dalla fine Alonso comincia a volare, stampando impressionanti giri veloci a raffica. Grosjean è vicino, vicinissimo, ma lo spagnolo ha ormai chiesto troppo alle sue mescole soft. Così, proprio sul piu' bello, Alonso è costretto a mollare il colpo, tagliando il traguardo del Nurburgring al quarto posto. Difficile se non impossibile ottenere di piu' al momento: domenica Red Bull e Lotus hanno dimostrato la propria superiorità, sia per quanto riguarda la consistenza di passo sia sul fronte gomme. Il campionato è ancora lungo, certo, ma fino ad ora non c'è stata alcuna reazione tecnica di fronte all'avanzata delle principali avversarie. Peccato solo che, il piu' delle volte, ci sia soltanto una Ferrari in gara.
NON BASTA!



Lewis Hamilton: voto 7















Gioia al sabato, lacrime la domenica. Una scomoda situazione che si ripete per Lewis Hamilton, ad una sola settimana dalla delusione di Silverstone. Il pugno alzato al cielo del Nurburgring, quasi fosse una vittoria, a coronamento di un giro perfetto. Una maschera di felicita' il pilota anglo-caraibico, contrapposto al muso lungo di Sebastian Vettel, privato all'ultimo secondo della pole davanti al pubblico di casa. I presupposti per una domenica da leoni ci sono tutti, ma l'andazzo del Gp è chiaro sin dal via: una partenza a rallentatore, inusuale per Hamilton, che si vede così sverniciato dal tre volte iridato Vettel e dal suo fido (mica tanto) scudiero. Ingoiato il rospo, Hamilton si attiva per non perdere il contatto dal dinamico duo, cosa che gli riesce sostanzialmente fino al primo pit stop. Rientrato in pista viene incitato dall'ingegnere: "Spingi spingi!", detto fatto, Hamilton entra a ruote fumanti alla curva Dunlop ed è l'inizio della parabola discendente. Col passare dei giri la macchina peggiora: "Non ho piu' il passo!" grida il campione del mondo 2008, mentre viene infilato come se nulla fosse all'esterno da Kimi Raikkonen. Poi guarda negli specchietti, e vede rosso. Con un moto di orgoglio, Hamilton resiste in ogni modo ai serrati attacchi di Fernando Alonso, piombato come un fulmine alle sue spalle. I due ingaggiano una battaglia senza quartiere, spettacolare quanto costosa in termini di tempo. Le gomme Mercedes non ringraziano, ed abbandonano Lewis al termine del giro ventuno, costringendolo alla sosta. Il secondo stint è il peggiore, e finisce per far perdere al pilota inglese le ruote della Ferrari di Alonso, lanciata all'inseguimento delle Lotus. Rassegnato ad una gara in difesa, Hamilton rientra per l'ultima volta in pit lane montando le mescole soft. All'uscita si ritrova invischiato in uno spumeggiante trenino guidato dal macchinista Maldonado, sopravanzato non con poche difficolta'. I quasi trenta secondi di distacco accusati al traguardo sono tutti a dimostrazione delle persistenti ed evidenti difficoltà Mercedes in condizioni di pista calda (42° gradi domenica), test o non test. Ad Hamilton non resta altro che accontentarsi della splendida prestazione offerta in qualifica e della grinta da campione mostrata a sprazzi in gara. Ma non basta per poter sperare nel titolo.
CHE DOMENICA BESTIALE!



Jenson Button: voto 8














Finalmente, anche se solo per qualche giro, abbiamo rivisto una McLaren in zona podio. Ed al volante c'era Jenson Button, campione di intelligenza tattica e cultore della bella guida. Quella che ti sembra quasi facile a vedersi, tanto è poco "vistosa", niente a che vedere con le scodate e le azioni frenetiche di Sergio Perez, giovane mastino da quest'anno affiancato all'inglese al posto del partente Hamilton. Ma non si diventa campioni del mondo per caso, e Jenson lo dimostra ancora una volta in qualifica, piazzandosi in top ten con un tempone tirato fuori dal cilindro dell'esperienza, cosa che manca al compagno di box, decisamente staccato. La gara è di quelle alla Jenson Button vecchi tempi: poco inquadrato ma ben presente, quando gli altri si fermano in crisi di gomme lui continua imperterrito, fluido, sfruttando fino all'ultimo ricciolo il battistrada delle sue Pirelli. Poi si montano le soft, ed il Button attaccante viene a galla. Tempo pochi giri e restituisce con gli interessi il servizio al compagno Perez, per poi resistere strenuamente all'assalto lanciato dall'ex compagno Lewis Hamilton. Complice un'incomprensione con i doppiati Caterham, in extremis è costretto a cedere la posizione, ma i due britannici arrivano sotto la bandiera a scacchi quasi appaiati. Una prestazione piu' che incoraggiante in vista dell'Hungaroring, dove verranno portati ulteriori aggiornamenti. 
SOLIDO



Mark Webber: voto 8














Ma una gara tranquilla per il povero cuore del vecchio australiano mai eh?  Eppure questa volta era anche partito bene, quasi ad insidiare la prima posizione dello stimatissimo compagno di casacca. Alla fine si accontenta di mettersi alle spalle la Mercedes di Lewis Hamilton, almeno per la partenza. Nei giri immediatamente successivi, infatti, Webber non cede il passo al tentativo di fuga di Sebastian Vettel, rimanendo sostanzialmente incollato agli scarichi del tedesco, sfruttando sapientemente le zone DRS per recuperare terreno. Al giro nove l'australiano rientra ai box; solito servizio flash Red Bull, forse troppo. La posteriore destra non si è ancora avvitata, ma il semaforo elettronico da il via. Webber scatta, ma così fa anche la gomma, che parte per la tangente andando a centrare un malcapitato cameraman inglese, appostato al box Sauber. Tra il caos generale, Mark viene riportato sulla piazzola e rimesso in sesto, ma ormai è doppiato, lontanissimo da qualsiasi ambizione di classifica. La tentazione del ritiro è forte, ma l'ingresso della Safety Car riaccende di colpo l'entusiasmo nel vecchio cuore australiano. Webber si sdoppia, si riacconda al trenino e si prepara ad un Silverstone bis. Pronti, via, alla prima curva si sbarazza dei tapponi Marussia e Caterham, quasi stesse giocando alla console in modalità "easy". La scalata è inesorabile, prima Gutierrez, poi Sutil, Di Resta, Ricciardo, Hulkenberg, Rosberg, in extremis anche la McLaren di Perez. Sotto la bandiera a scacchi è settimo, al termine di un altra eccellente rimonta, di cuore e di nervi. 
INSTANCABILE




Sergio Perez: voto 7
















Gara di sostanza, di piede e di cervello per "Checo" Perez. Il funambolico messicano sembrava aver perso lo smalto in qualifica, prendendosi un discreto pagone dall'esperto compagno, Jenson Button, finito meritatamente in top ten. Problemi di aderenza, specialmente all'ultima curva, diceva Checo. Fortunatamente per lui, in gara la musica cambia e la McLaren ingrana la marcia giusta, quella della rimonta. Perez è aggressivo e spettacolare quando è chiamato al sorpasso, concentrato e pulito quando c'è da conservare le gomme, cosa fondamentale nel lungo stint finale di gara. Al messicano questa volta riescono entrambe le cose, anche se negli ultimi giri è costretto a cedere il passo al compagno su gomme soft fresche, per poi capitolare sotto l'inarrestabile attacco di Mark Webber, in forte rimonta. 
Ciononostante l'ottava posizione ed il doppio piazzamento a punti non può che essere un'iniezione di fiducia per McLaren, apparsa in netta ripresa sia sul giro singolo che sul passo gara rispetto alle prime uscite stagionali.
FURIA CONTROLLATA





Nico Rosberg: voto 5,5














Evidentemente l'aria di casa non fa bene a Nico Rosberg. Il figlio d'arte, splendido protagonista della prima parte di stagione, al Nurburgring è la copia sbiadita di se stesso. (così come la sua Mercedes). Comprensibilmente su di giri per il clamoroso errore di valutazione commesso dal team nel corso del Q2, Rosberg si ritrova così invischiato nel bel mezzo del gruppo, mentre il compagno Hamilton se la gode dalla sua prima posizione. Nico prova a cambiare strategia, monta le medie e tenta un primo stint piu' lungo, per poi attaccare nel finale con gomme soft. Rimonta possibile? Con la Mercedes di Silverstone, forse, non certo con quella del Nurburgring. E quando anche la Sauber di quest'anno diventa un avversario insormontabile, allora Nico capisce che quella di casa è destinata a diventare una gara-calvario. Le uniche soddisfazioni (si fa per dire) arrivano nel finale quando, con gomme soft fresche, l'alfiere Mercedes si sbarazza agevolmente della concorrenza Force India, Williams e Toro Rosso, per poi infine mettere le ruote davanti al nemico giurato di giornata, lo scatenato "Hulk". Da primo a nono in una settimana, nella Formula Uno di oggi può succedere anche questo.
DALLE STELLE ALLE STALLE



Nico Hulkenberg: voto 7















Quando il pilota fa la differenza. Nico Hulkenberg si riconferma materiale pregiato, a differenza della sua Sauber. Gli aggiornamenti non arrivano da Barcellona, ed il team è costretto a lavorare di fantasia sul set up, cercando di sopperire alle mancanze tecniche. Questa volta l'assetto tirato fuori dal cilindro ben si adatta ai curvoni del Nurburgring, e Nico torna protagonista delle qualifiche piazzandosi ben all'interno del Q3, a differenza del compagno di squadra. Il team decide poi di imitare la strategia Ferrari, sacrificando l'ultimo tentativo utile per potersi garantire un set fresco di gomme soft per la domenica, nonche' la possibilita' di partire con mescole medie. Lo spunto in partenza è buono, ed Hulkenberg riesce a difendere con freddezza la posizione dagli attacchi della Mercedes di Nico Rosberg, anch'egli partito con le medie. Dopo un lunghissimo primo stint di controllo e gestione (lui e Button gli "stakanovisti" di giornata), esplode la battaglia nell'ultima parte di gara. Il pilota tedesco si ritrova ai ferri corti con i vari Maldonado, Ricciardo e Di Resta, superati, senza però riuscire a contenere l'imperiosa rimonta di Webber negli ultimissimi giri. Taglia il traguardo in decima piazza. Magra soddisfazione per un pilota che ha vinto tutto nelle categorie minori, ma con questa Sauber ad oggi è impossibile fare di piu'. E non gli pagano nemmeno lo stipendio!
FARO

OLTRE LA TOP TEN -------------------------------------------------

Paul Di Resta: voto 6,5 ; Adrian Sutil: voto 5,5
Giornata avara di soddisfazioni per il duo Force India in Germania. Paul Di Resta ed Adrian Sutil, protagonisti di gare completamente diverse ma egualmente di spessore in Inghilterra, al Nurburgring patiscono invece sin dal venerdì un cattivo bilanciamento vettura nella zona guidata del tracciato, il tortuoso T1 per intenderci. Vettura che scoda e che si scompone in frenata, ritmo gara e gestione gomme influenzata negativamente, corsa in difesa. Paul Di Resta è l'unico a riuscire ad affacciarsi (brevemente) in top ten, lottando duro con Maldonado ed Hulkenberg, ma nel finale le gomme lo abbandonano assieme alle speranze di punti iridati.
Prestazione piu' opaca per Sutil lungo tutto l'arco del weekend: piu' lento di quattro decimi rispetto al compagno in qualifica ed invisibile in gara, costretto a cambiare in corsa la strategia di gara a causa di un consumo gomme anomalo.
Colpa mia e della gufata lanciata nelle pagelle di settimana scorsa: "li vedremo sul podio presto"
Ehm..
GAMBERI



Daniel Ricciardo: voto 6,5 ; Jean-Eric Vergne: voto 4,5
Questa volta, purtroppo per la scuderia di Faenza, le cose non vanno come dovrebbero in gara. La super-prestazione del sabato di Daniel Ricciardo, sempre piu' gasato dalla possibile promozione in Red Bull, in fin dei conti si è rivelata un fuoco di paglia al Nurburgring. Dopo una buonissima partenza, il talento australiano si è ritrovato per qualche giro chiuso a panino tra le due Ferrari di Massa ed Alonso, diventate troppo presto una sola. Dopo un primo stint positivo su gomme soft, Ricciardo si trova a dover remare per trovare il giusto grip su mescole medie, finendo per essere inghiottito dalla scatenata pancia del gruppo. Problemi di bloccaggio in staccata ed instabilita' al retrotreno finiscono per rendere frustrante la domenica del sempre sorridente Ricciardo, dodicesimo al traguardo. Weekend completamente da dimenticare invece Jean-Eric Vergne, solo sedicesimo in qualifica contro il sesto posto del compagno. In gara le cose non migliorano per il francese, anzi, peggiorano. Sparisce nelle retrovie del gruppo, quasi si tocca con Di Resta in entrata box, per poi ritirarsi per problemi idraulici attorno al ventesimo giro. Dopo la grande prestazione di Montreal, Jean-Eric sembra essersi sgonfiato o distratto, al contrario del sempre piu' brillante compagno.  
FUOCO DI PAGLIA



Esteban Gutierrez: voto 4,5 
Forse la F1 è arrivata troppo presto per il pilota messicano. Certo, approdare in questa Sauber sarebbe difficile persino per un veterano, figuriamoci per un rookie dalla poca esperienza come Esteban, gettato nella mischia con solo un paio di venerdì di prova sulle spalle. Anche al Nurburgring, il giovane pilota sparisce nel confronto con il compagno Hulkenberg, sia in qualifica (8 decimi di differenza a parita' di vettura non sono pochi) che in gara. Fino ad ora in effetti il giovane messicano ha mostrato scintille di talento solamente su pista bagnata o umida, dove pare trovarsi a suo agio, mentre in condizioni regolari tende a pagare l'inesperienza ed il difficile bilanciamento Sauber. Speriamo di vedere netti miglioramenti nella seconda parte di stagione, anche solo per giustificare in parte la cacciata di un piede pesante come Kamui Kobayashi, liquidato senza troppe remore al termine del 2012.

GIOVENTU' BRUCIATA




Pastor Maldonado: voto 7 ; Valtteri Bottas: voto s.v
Per una volta che i punti sembravano a portata di mano, ci si mette di mezzo la sfortuna. Nel giorno del 600esimo Gran Premio per la storica scuderia di Sir Frank (a Silverstone si era festeggiato perchè si giocava in casa), Pastor Maldonado sfiora il colpaccio, vendendosi scivolare via un buon bottino di punti iridati per colpa di un problema nello sgancio della ruota anteriore destra nel corso dell'ultimo pit stop. Il pilota venezuelano, così come il compagno di squadra Bottas (anch'egli vittima di un problema analogo, ma molto piu' costoso in termini cronometrici e che l'ha di fatto escluso dalla lotta alla top ten), sono riusciti a sfruttare al massimo la strategia a due soste, prendendo il via con le mescole medie. Tutto sembra andare nel verso giusto: l'entrata della Safety Car arriva con tempismo perfetto, e un finalmente brillante Maldonado si ritrova a difendere un ottimo settimo posto dagli attacchi di Paul Di Resta , Lewis Hamilton e Nico Hulkenberg. Poi il guaio all'ultima sosta e sogni di gloria svaniti nel nulla, per la disperazione dei tifosi Williams, a secco da inizio stagione...Non c'è niente da fare, annata stortissima.
PERSEGUITATI!


Charles Pic: voto 6,5 ; Giedo Van Der Garde: voto 6
Pole position degli "altri" buttata al vento per Charles Pic, costretto a partire dal fondo dello schieramento (comunque poco piu' indietro rispetto alla sua posizione di partenza) per la sostituzione della scatola del cambio, al termine delle qualifiche. La partenza sorride invece all'olandese Van Der Garde, scattato a molla e capace di mettersi alle spalle anche la Toro Rosso di Vergne al termine del primo giro. L'olandese comanda il plotone delle cenerentole per una decina di giri, fino a che Jules Bianchi non lo sopravanza nel corso del primo valzer dei pit stop. Mentre Van Der Garde cala a picco, afflitto da un consumo gomme eccessivo, il compagno Pic risale la china, sbarazzandosi del fantasma Chilton, approfittando poi del ritiro di Bianchi per mettersi immediatamente alle spalle del compagno. Nonostante una sosta imprevista a causa di una foratura, Pic riesce a superare nel finale di gara il buon Giedo, vincendo nuovamente il derby con Marussia. Una gara onesta per entrambi, ma il doppiaggio subito in venti giri di gara (scarsi) testimonia ancora una volta il grande divario tecnico che separa Caterham dal resto del plotone. Sarà per il 2014? Staremo a vedere.
VERDE SPERANZA



Jules Bianchi: voto 6,5 ; Max Chilton: voto 4,5
Febbre ed una forte intossicazione alimentare hanno debilitato il povero Jules Bianchi nella tre giorni tedesca. Persa la mattinata in favore del terzo pilota, Rodolfo Gonzales (chi??), il buon Jules è rientrato nell'abitacolo solo nel pomeriggio, non senza difficoltà. Le condizioni fisiche non impediscono comunque al promettente francese di sfiorare la pole position degli altri, rifilando un secondo e spiccioli al discutibile compagno di team, Max Chilton, in pista senza problemi sin dal venerdì mattina. In partenza Van Der Garde brucia tutti, Jules compreso, che si ritrova così ad inseguire la verde Caterham tra i curvoni del Nurburgring. Saltato l'olandese dopo la prima sosta, Bianchi si stava gia' preparando ad una gara in solitaria, quando il motore decide di esplodere in una nube di fumo e fiamme. Rotture del genere impediscono al pilota di impostare la prima marcia   , come da routine, così a Bianchi non resta altro da fare che saltare fuori in fretta e furia ed affidare la propria Marussia ai commissari di gara. Sia mai!! La pista pende, i marshall indugiano, e...la macchina torna in pista senza alcun controllo, seminando il panico. Scena tragicomica.
Detto questo, un voto meritato per Bianchi, piu' forte dei problemi fisici, mentre Max Chilton continua a deludere, lontano anni luce dai riferimenti imposti dal compagno di team. 
AL FUOCO!


BANDIERA A SCACCHI -----------------------------------------------


Gran Premio di Germania: voto 8
Un Gp che, personalmente, mi ha tenuto inchiodato in punta di sedia fino alla bandiera a scacchi. Battaglie corpo a corpo senza esclusioni di colpi a centro gruppo, lotta sul filo dei millesimi e della strategia per la vittoria di "tappa". L'imperiosa avanzata di Romain Grosjean prima, la concitata rincorsa di Kimi Raikkonen e Fernando Alonso poi, hanno reso incerto ed appassionante il finale di gara, ulteriormente impreziosito dall'ennesima rimonta di Mark Webber e dal ritorno alle posizioni che contano per McLaren. Non sono mancati colpi di scena e momenti di paura, con l'assurdo k.o di Felipe Massa, il dramma sfiorato ai box, il ghost driver Marussia...insomma, una domenica senza dubbio movimentata ed appassionante. Il Nurburgring non ha tradito le aspettative.


La leggenda delle gomme volanti: voto 0
Questa volta è andato tutto bene, ma la scena a cui abbiamo tutti assistito ieri pomeriggio avrebbe potuto rivelarsi tragica per lo sfortunato operatore della televisione inglese, centrato in pieno dallo pneumatico posteriore destro della Red Bull di Mark Webber, non fissato a dovere dai meccanici della scuderia austriaca. Quella delle gomme volanti in pit lane è una situazione che sta diventando pericolosamente comune negli ultimi tempi. L'assidua ricerca della prestazione assoluta nel cambio gomme (due secondi e rotti, quando in passato si sfiorava il minuto) sta pian piano avendo il sopravvento sulla sicurezza. Troppa frenesia, non c'è margine di errore. La minima incomprensione ed il danno è fatto: il sistema automatico (anche questo pensato per ridurre ulteriormente i tempi, già stretti) sbaglia, da il semaforo verde ed il pilota parte, ignaro, seminando il caos tra i meccanici. Forse sarebbe il caso di ritornare al lecca lecca: piu' umano, piu' grezzo, sì, ma anche decisamente piu' sicuro. 





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